Passa ai contenuti principali

SEZIONE OGGETTI CELESTI - Il catalogo di Messier

Certo che gli oggetti nell’universo sono veramente tanti. Sono di tantissime tipologie, forme, dimensioni, distanze…

Una delle cose più affascinanti dell’astronomia, secondo me, è sapere che lì sopra le nostre teste ci sono tantissimi oggetti meravigliosi che noi non possiamo vedere utilizzando solo i nostri occhi. Ma se sappiamo dove guardare e con quale strumento, lo stupore e la meraviglia ci riempiranno gli occhi e la mente, tanto da voler tornare e ritornare a sbirciare quei mondi così lontani e strani per noi, ma così ricchi di curiosità, dettagli e colori.

Sembra quasi di osservare una volta di un edificio barocco, tanto è il dettaglio, la ricercatezza, la meraviglia e la teatralità di questi protagonisti del cielo.

E allora perché non provare a conoscerli meglio? Perché non perderci nei loro particolari estetici e nella loro fisica per capire che cosa sono, come sono nati, come si evolveranno?

Oggi vorrei introdurre una nuova rubrica che si aggiungerà alle molte già presenti nel nostro blog. Una rubrica che ci racconterà dei più famosi, e forse anche più belli, oggetti che possiamo osservare, anche con strumenti amatoriali come i nostri. Per farlo abbiamo deciso di seguire un catalogo che forse molti di voi già conosceranno: il Catalogo di Messier.

Ma basta parlare, non aggiungo altro e passo la parola al curatore di questa nuova rubrica, uno dei nostri soci fondatori, Giuseppe Marletta.

Silvia Gingillo

OGGETTI CELESTI: IL CATALOGO DI MESSIER    

Charles Messier - Wikipedia

Quando si parla di osservazione astronomica, pochi nomi evocano la stessa autorevolezza di Charles Messier. Nato nel 1730 a Badonviller, in Francia, Messier fu un astronomo e cacciatore di comete. Tuttavia, paradossalmente, la sua fama immortale deriva non tanto dalle comete che scoprì, quanto dagli oggetti che non lo erano.

 Per evitare confusioni durante le sue ricerche, Messier compilò un elenco di oggetti celesti che, pur apparendo sfocati o nebulosi nei telescopi del XVIII secolo,

non si muovevano come le comete. Da questa esigenza nacque il Catalogo Messier, pubblicato tra il 1774 e il 1781, una delle opere più influenti nella storia dell’astronomia osservativa.

 Origini e contesto storico

Nel Settecento, l’astronomia viveva un periodo di intensa trasformazione. I telescopi rifrattori miglioravano costantemente e consentivano di distinguere sempre più dettagli del cielo profondo. Tuttavia, la distinzione tra nebulose, ammassi stellari e comete era tutt’altro che chiara.

Catalogo Messier - Astrophotography
Messier, che lavorava all’Osservatorio di Parigi, aveva un obiettivo pratico: trovare comete nuove. Ogni oggetto fisso che poteva trarre in inganno un cacciatore di comete meritava di essere segnalato. Da qui la decisione di catalogare quelle “macchie” fisse che, pur essendo visibili al telescopio, non mostravano movimento apparente.

Telescopio rifrattore - Wikipedia
La prima versione del catalogo, pubblicata nel 1774, conteneva 45 oggetti. Nelle edizioni successive, spesso con il contributo dell’assistente Pierre Méchain, il numero crebbe fino a 110 oggetti, che ancora oggi portano la designazione “M” seguita da un numero progressivo (da M1 a M110).

Telescopio riflettore . Comefunzione.net




Struttura del catalogo

Ogni voce del Catalogo Messier contiene: una descrizione visiva dell’oggetto, la posizione nel cielo in coordinate celesti e la data di osservazione. Messier non disponeva delle tecniche moderne di astrofotografia o spettroscopia, ma le sue annotazioni sono di una precisione sorprendente per l’epoca.

Tra i suoi appunti si trovano espressioni come “piccola nebulosa senza stelle”, “luminosità irregolare” o “ammasso rotondo e brillante”. Queste osservazioni costituirono, di fatto, uno dei primi tentativi di classificazione empirica degli oggetti del cielo profondo.

Galassia di Andromeda - Wikipedia
Classificazione morfologica e fotometrica

Il Catalogo Messier non fu un’opera teorica, ma empirica e osservativa, eppure gettò le basi per la classificazione morfologica e fotometrica del cielo profondo.

In questo modo, il suo lavoro empirico anticipò i metodi scientifici che sarebbero diventati la base dell’astrofisica moderna.

Messier e l’impatto sull’astronomia moderna

Il Catalogo Messier è oggi considerato il precursore dei grandi cataloghi astronomici che seguirono, come il New General Catalogue (NGC) o il Caldwell Catalogue. Sebbene Messier non conoscesse la vera natura fisica degli oggetti che catalogava — non sapeva che molte delle sue “nebulose” erano in realtà galassie esterne — il suo metodo sistematico rappresentò un passo decisivo verso la moderna astronomia di classificazione.

Nebulosa del Granchio - Wikipedia
Con l’avvento dei telescopi riflettori e, in seguito, della fotografia astronomica, gli scienziati poterono espandere enormemente la portata delle osservazioni. Tuttavia, le designazioni “M” sono ancora oggi utilizzate dagli astrofili e dai professionisti, non solo per tradizione, ma per la chiarezza e la praticità con cui Messier organizzò il suo lavoro.

Osservare oggi gli oggetti Messier

Oggi gli oggetti Messier costituiscono una delle sfide preferite dagli astrofili di tutto il mondo.

Ogni anno, in prossimità dell’equinozio di primavera, molti osservatori organizzano la cosiddetta Maratona Messier: una notte in cui si cerca di osservare tutti i 110 oggetti del catalogo in una sola sessione, sfruttando la loro visibilità stagionale.

Equinozio di Primavera - Wikipedia

Questa tradizione non solo mantiene viva la memoria del lavoro di Messier, ma rappresenta un ponte tra l’osservazione visuale classica e le moderne tecniche digitali di fotografia astronomica.




L’eredità scientifica

Dal punto di vista della scienza moderna, il catalogo Messier rappresenta un documento storico di enorme valore, ma anche una base comparativa utile.

Hubble - Wikipedia

Molti degli oggetti elencati sono stati oggetto di studi approfonditi da parte di telescopi spaziali come Hubble, Spitzer e James Webb, che hanno permesso di analizzarne la composizione chimica, la struttura interna e la dinamica stellare.

Spitzer - L'officina del planetario
In molti casi, le regioni osservate da Messier mostrano oggi processi astrofisici complessi come la formazione stellare, la fusione galattica e l’interazione gravitazionale.

Webb - Wikipedia
Conclusione

Charles Messier non fu un teorico, né un astrofisico nel senso moderno del termine. Fu un osservatore metodico, mosso da curiosità e precisione, che seppe trasformare un problema pratico — distinguere le comete da oggetti fissi — in una classificazione fondamentale del cielo profondo. Il suo catalogo rimane, dopo oltre due secoli, una mappa universale del cielo: una guida non solo per astronomi e astrofotografi, ma per chiunque alzi gli occhi verso la volta stellata con il desiderio di capire cosa si nasconde oltre i confini visibili dell’universo.

Giuseppe Marletta

Commenti