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SEZIONE ASTROFOTOGRAFIA - Intervista agli autori

 Bentornati astrofotografi,

eccoci di nuovo qui per continuare questo nostro viaggio nel mondo della “scrittura degli astri”.

Tutti noi rimaniamo immancabilmente affascinati dalle meraviglie che stanno lassù; dalle immense e coloratissime nebulose alle distanti e spiraleggianti galassie, dai noti ma ancora misteriosi pianeti alle miriadi di stelle di ogni tipo e dimensione. Non possiamo che rimanere a bocca aperta di fronte allo spettacolo del cosmo che ammiriamo anche grazie alle spettacolari foto dei nostri astrofotografi.

Ma chi sono questi famigerati astrofotografi? Come lavorano e come si sono appassionati al cielo notturno? Ci sono così tante cose da imparare, così tante cose con cui ancora possiamo stupirci. Quando vedo le bellissime foto che pubblicano vorrei far loro una quantità infinita di domande…

Ma aspettate! Ora che ci penso io posso far loro domande!

Datemi un secondo, prendo solo penna, taccuino e registratore e… ecco fatto!

Pronta a farmi dire tutti i loro segreti. Da chi? Ma ovviamente dai nostri super astrofotografi: Flavia, Francesco e Mimmo. Iniziamo subito!

Da sinistra a destra: Francesco, Flavia, Mimmo e Silvia. Crediti: Francesco Biasci

1)   Come ti sei avvicinato al mondo dell’astrofotografia?

Flavia: Avvicinandomi al gruppo dell’AAAV, conoscendo Francesco. Lui mi ha fatto appassionare a questo mondo, che poi… sinceramente è difficile non appassionarcisi!

Francesco: Per due motivi: il primo perché sono sempre stato appassionato di fotografia in genere e il caso voleva che il mio primo lavoro fosse in camera oscura nel laboratorio della mia tipografia; il secondo motivo è la passione per l’astronomia che mi affascina fin da ragazzo.

Mimmo: Fin da piccolo ho sempre avuto un certo interesse per tutto quello che c’è lassù e in età già avanzata ho iniziato a dedicarmici. 

Wow, quindi la passione può arrivare a tutte le età! Basta saperla riconoscere… 

Riprese a Libbiano. Crediti: Francesco Biasci

2)   Da dove riprendi abitualmente?

Flavia e Francesco: Ultimamente da casa, dal nostro osservatorio. Precedentemente venivamo su a Libbiano.

Mimmo: Riprendo molto poco ultimamente ma di solito lo faccio dal terrazzo di casa, con tutto l’inquinamento che c’è! Prima del Covid ho sempre ripreso da Libbiano e vorrei ricominciare a farlo, perché fa la differenza. 

Eh già! Il cielo di Libbiano non lo batte nessuno.

Osservatorio dei Cani da Caccia, Montecastello. Crediti: Francesco Biasci

3)   Quale attrezzatura usi?

Francesco: Varia! Dai teleobiettivi della macchina fotografica, tre rifrattori apocromatici da 70mm, 80mm, 100mm, due Newton da 200mm e 250mm. Le camere di ripresa sono due reflex, una APS-C, una Full frame, una camera planetaria, camere astronomiche raffreddate professionali. Due montature equatoriali, due computer portatili e tutti filtri e anelli vari.

Strumentazione. Crediti: Francesco Biasci

Mimmo: Come telescopi ho un Newton 150/750, poi due rifrattori: uno è un 51/250 (mi piace riprendere i campi larghi), l’altro è un 80/352 che sto pensando di abbandonare per cedere il posto a un Cassegrain per riprendere oggetti piccoli visto che mi manca un qualcosa di spinto e che mi darebbe la possibilità di riprendere le galassie nel periodo dove non ci sono nebulose. Per la camera ho sempre usato una Reflex APS-C, ma adesso sono passato a una camera dedicata in bianco e nero, con filtri LRGB (non sono molto amante della banda stretta). Ho un sistema di guida su cercatore con camera dedicata e il tutto va su una montatura equatoriale che gestisco da computer portatile con software appositi.

Flavia: Montatura NEQ6pro modificata a cinghia, montatura ZWO AM5. Le camere di ripresa sono: ASI2006MMpro, ASI2006MCpro, ASI533MMpro, ASI533MCpro. Come camere di guida ho ASI120S e la ASI120mini. I telescopi principali sono un Takahashi 80/450 e spianatore e un RC81600 e obiettivo Samyang 135 con apertura 72. I miei telescopi di guida sono un Mini guider 160/50 e un Mini guider 130/30. Per l’acquisizione delle immagini utilizzo ovviamente il computer e una ASIAIRpro. Di solito scatto con filtri in banda stretta S2, O3, Hα ma ho anche il filtro TriBand RGB e taglio inquinamento luminoso Lpro e Lextreme.

Strumentazione. Crediti: Flavia Casini

Wow ragazzi! Immagino siate arrivati a possedere una simile attrezzatura col tempo, mentre cercavate di capire anche le vostre preferenze e attitudini. A proposito di preferenze... 

4)   Come scegli l’oggetto da riprendere?

Mimmo: Mi aiuto con Stellarium dove ho inserito i dati riguardanti la mia posizione e l’attrezzatura in mio possesso, ma poi tante volte vado anche così “a braccio”.

Flavia: In primis scelgo l’oggetto che più mi incuriosisce e poi in base all’altezza dall’orizzonte (non deve essere sotto i 40°) in modo da fare più integrazione possibile.

Francesco: In base anche alla qualità del cielo disponibile. 

5)   In che modo imposti i parametri di ripresa?

Flavia: In base all’oggetto che vogliamo fotografare. Se io ho da fotografare una cometa i tempi sono brevi 40/60s a seconda del moto della cometa, invece sono molto più lunghi se noi andiamo a fotografare oggetti come nebulose e galassie.

Francesco: Scelgo in base ai filtri che uso e alla sensibilità della camera impostata in rapporto all’oggetto che sto riprendendo.

Mimmo: Diciamo che quando hai imparato a conoscere la tua attrezzatura il tutto avviene in automatico, le prime volte si deve andare per tentativi. 

6)   Qual è il tuo approccio alla calibrazione?

Mimmo: Sono sempre stato abituato ad effettuare tutte le foto di calibrazione necessarie e il mio metodo è completamente manuale. Anche se è lungo e noioso, mi dà più soddisfazione.

Flavia: Sulla montatura NEQ6 con il Takahashi 85/450 faccio solo il Flat perché il dithering praticamente mi aiuta a fare già l’immagine abbastanza pulita. Mentre nella montatura M5 con l’obiettivo 135 Samyang faccio la Dark e ho visto che comunque facendo così ho un risultato buono.

Francesco: Per me consiste nel fare Dark, Bias e Flat, anche se ultimamente il sistema Dither mi consente di non fare tutte queste tre. 

Ok, vedo che qui le idee sono più discordanti. Ma entriamo nella parte più interessante… 

7)   Descrivi la serata perfetta per l’astrofotografo.

Flavia: E’ presto detto; prima cosa il cielo sereno, senza umidità, possibilmente senza la Luna e soprattutto lontani dall’inquinamento luminoso.

Francesco: La serata perfetta per l’astrofotografo è: cielo sereno, aria asciutta e senza la Luna magari in una notte di Inverno freddo.

Mimmo: Ovvio quando le condizioni meteo sono ottimali, la location idem e quando tutto fila liscio perché gli inconvenienti purtroppo sono sempre in agguato e, infine, quando sei anche in compagnia, con le persone giuste che hanno la tu stessa passione. 

8)   Quale serata ti è rimasta più impressa, e perché?

Francesco: La serata che mi è rimasta più impressa è il passaggio della cometa Hale Bopp nel 1997 in giardino di casa. Il perché non lo so dire, neanche adesso.

Flavia: Quando la prima volta ho visto una cometa a occhio nudo, eravamo su a Libbiano. Eravamo insieme, ricordi? La stavamo fotografando, per me quello è stato proprio… un evento veramente importante.

Mimmo: Ero ancora abbastanza agli inizi e mi stavano insegnando come si faceva la guida manuale. Quella sera eravamo veramente in tanti su a Libbiano, quindi in ottima compagnia. 

9)   Qual è la foto che ti ha più soddisfatto? E quella che ti ha fatto più soffrire?

Flavia: Ce ne sono diverse a dire la verità, comunque direi quando ho fatto la Nebulosa Velo. Quella che mi ha fatto più soffrire è stato quando ho tirato fuori la Nebulosa Pipistrello perché lì veramente… ci sono diventata verde!

Nebulosa pipistrello. Crediti: Flavia Casini

Nebulosa Velo. Crediti: Flavia Casini

Francesco: Sicuramente B33 fatta da Libbiano con soltanto 40 min di posa ma sotto un cielo senza Luna e limpido. Quella che mi ha fatto soffrire è la Nebulosa Sh2 173 chiamata anche Fantasma dell’Opera, ci sono volute tre sere di integrazione e una settimana di elaborazione.

Nebulosa Fantasma dell'Opera. Crediti: Francesco Biasci

Nebulosa Testa di Cavallo. Crediti: Francesco Biasci

Mimmo: Ce n’è più di una, ma forse il classico quadretto con la Testa di Cavallo e Fiamma. Per quello che sono i parametri di oggi ha pochissima integrazione, ma il cielo di Libbiano ha aiutato molto. Poi c’è stato l’intero complesso della Vela, per poter arrivare a 6 ore di integrazione ho impiegato una settimana cercando di andare a letto a un ora decente per affrontare le giornate di lavoro, mettendo anche in conto il tempo per montare, smontare, fare le foto di calibrazione e anche il viaggio visto che non sono vicinissimo a Libbiano.

Nebulosa Velo. Crediti: Mimmo Belli

Nebulose Testa di Cavallo e Fiamma. Crediti: Mimmo Belli

Spettacolari queste immagini! 

10)Cosa consigli a un astrofotografo in erba?

Flavia: Intanto di fare piccoli passi, prendere un cavalletto, una reflex, magari poi modificarla e intanto vedere se la cosa può essere soddisfacente, gradevole. Dopo di che uno può pensare di intraprendere ciò che più gli piace. Del tipo: mi piacciono i pianeti, allora prenderà strumenti adatti come camere planetarie, oppure piace il profondo cielo allora lì c’è un Mini track per iniziare e una montatura equatoriale. Si può fare con una reflex oppure con una camera astronomica. Mano a mano che uno va avanti poi riesce a trovare ciò che più lo diverte e appassiona.

Mimmo: Consiglio di partire pian piano, ma se si vogliono ottenere risultati che stimolino ad andare avanti bisogna mettere in conto spese abbastanza importanti. La cosa forse però più importante di tutte è avere tanta pazienza e aggiungerei anche cercare di non scoraggiarsi, perché gli inizi sono abbastanza duri.

Francesco: Consiglierei ad un astrofotografo alle prime armi di rivolgersi a una associazione di astrofili vicina, fare conoscenza con vari gruppi, solo così si può davvero fare il grande passo di qualità delle nostre astrofoto. 

Assolutamente d’accordo, Francesco! E la AAAV è sempre pronta ad accogliervi, mettervi a vostro agio, rispondere a tutte le vostre domande e trasmettervi tutto ciò che abbiamo imparato.

Mi raccomando venite a trovarci!

Il gruppo dell'AAAV. Crediti: Alberto Villa

Noi ci salutiamo qui per oggi e vi do appuntamento al prossimo articolo. 

Silvia Gingillo, Flavia Casini, Francesco Biasci e Mimmo Belli

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