Benvenuti a tutti gli astrolettori-filatelici,
oggi
continuiamo a raccontarvi, attraverso buste e francobolli, alcuni degli
avvenimenti più interessanti del mondo astronomico e astronautico. In
particolare, in questo articolo e nel prossimo, vogliamo presentarvi le principali
tappe che hanno portato alla nascita e allo sviluppo dei telescopi che oggi
giorno ci permettono di osservare le immensità del cosmo senza muoverci dal
nostro piccolo, errante pianeta che chiamiamo casa.
IL TELESCOPIO DI GALILEI E LO SVILUPPO DEL CANNOCCHIALE – Prima parte
Cannocchiale di Galilei |
Luna e fasi di Venere |
Telescopio di Johannes Hevelius |
Dopo Galileo, quindi, il cannocchiale/telescopio ha subito delle notevoli variazioni e miglioramenti. Oltre all’aberrazione cromatica fu studiata anche l’aberrazione sferica, che portava alla formazione di immagini distorte con l’utilizzo di lenti sferiche. I raggi più distanti dall’asse venivano focalizzati ad una distanza differente dalla lente rispetto a quelli centrali.
Nei primi del 1700, mentre faceva delle ricerche sul comportamento della luce, Isaac Newton, pensò di produrre delle lenti acromatiche, proprio per togliere l’aberrazione cromatica. Bisogna dire che non può essere eliminata del tutto, ma può essere diminuita molto utilizzando un sistema ottico in grado di mettere a fuoco nello stesso punto, luce di diverse lunghezze d’onda.
Aberrazione cromatica |
Dopo
aver esaminato attentamente il problema, Newton decise che vi era una sola
soluzione, rinunciare all’obiettivo di vetro e utilizzare un sistema diverso,
basato non sulla rifrazione ma sulla riflessione della luce, più precisamente
sulla capacità di uno specchio concavo di concentrare in un punto un fascio di
raggi di luce paralleli formando così un immagine.
Rifrazione e riflessione |
Per
riflettere la luce sull’oculare posto all’esterno del tubo ottico Newton
utilizzò uno specchio primario a sezione quasi parabolica e un secondario piano
di forma ellittica inclinato di 45°. Anche se lo specchio era di un solo
pollice di apertura ebbe un grande successo e nel 1672 fu presentato alla Royal
Society di Londra, una prestigiosa istituzione scientifica fondata nel 1640 dal
re Carlo II.
Dopo
pochi anni nacque un tipo di telescopio riflettore che utilizzava uno specchio primario
concavo a sezione parabolica e un secondario convesso a sezione iperbolica:
configurazione Cassegrain. la luce veniva così focalizzata all’esterno dello
specchio principale, sul quale era praticato un apposito foro. Dovevano passare
ancora molti anni perché i telescopi riflettori si imponessero, intanto nei
grandi osservatori continuavano ed essere usati i rifrattori di lunghissima
focale.
Altre
configurazioni possibili sono la Ritchey-Chretien che usa entrambi gli specchi
a sezione iperbolica e la gregoriana, con due specchi concavi, il primario
paraboloide e il secondario elissoide. Addirittura il progetto di questo tipo
di telescopio, ideato da James Gregory, è antecedente al newtoniano, risale
infatti al XVII secolo, anche se poi è stato effettivamente costruito da Robert
Hooke solo nel 1673.
I primi riflettori qualificati vennero fabbricati da John Hadley, che nel 1721 realizzò e presentò alla Royal Society un eccellente Newtoniano di 15 cm di apertura e 160 cm di focale che aveva un obiettivo perfettamente parabolico, questo venne testato con grande successo da Edmond Halley, da poco nominato Astronomo Royal.
Da li a poco James Short, matematico e ottico scozzese, intraprese una lunga attività di costruttore di telescopi riflettori sia in vetro sia in speculum, una lega di rame e stagno, e in 33 anni riuscì a produrre 1370 riflettori venduti e utilizzati in tutta Europa che si distinguevano per una singolare caratteristica, erano facilmente convertibili in tutte e tre le configurazioni: Newton, Cassegrain e Gregory. Attualmente ne esistono ancora 110.Il maggior impulso allo sviluppo del telescopio a riflessione si deve a Frederick William Herschel considerato il più abile osservatore di tutta la storia dell’astronomia. Autodidatta, costruì telescopi prima di tipo gregoriano, poi di tipo newtoniano.
Grazie alle qualità ottiche senza precedenti, scoprì Urano, Titania e Oberon, satelliti di Urano, Mimas e Encelado, satelliti di Saturno, sistemi di stelle binarie e multiple e interpretò migliaia di oggetti, da lui osservati e catalogati, come nebulose, dalle quali, secondo lui, nascevano le galassie (qualcosa effettivamente ci nasce dalle nebulose…… magari a forza di nascere stelle ne nasceranno così tante che diventeranno un sacco, che dico una valanga, che dico una galassia! XD).Inizialmente, scoperto Urano, lo denominò Georgium Sidus in omaggio al suo sovrano Giorgio III. Altri volevano chiamarlo Herschel, ma l’astronomo Johan Elert Bode, fra i primi ad osservare il nuovo astro, propose il nome di Urano, il dio del firmamento e del cielo.Herschel
non fu in grado di verificare questi movimenti e le prime misure della
parallasse furono effettuate molti anni dopo da Friedrich Wilhelm Bessel e Friedrich
Georg Wilhelm von Struve insieme a Thomas Henderson.
Parallasse |
Marte |
Fra le altre cose calcolò la direzione e la velocità del moto del Sistema Solare e anche Marte fu un soggetto importante delle sue osservazioni. Nel 1784 pubblicò un lavoro in cui comunicava che l’asse di rotazione del pianeta era inclinato di una trentina di gradi sul piano orbitale, con la conseguenza che Marte doveva possedere delle stagioni simili a quelle della Terra, suppose anche che le calotte polari fossero dei sottili strati di ghiaccio e neve, cercò senza successo eventuali satelliti, riteneva che le zone oscure del pianeta fossero oceani e quelle chiare dei continenti, dedusse che Marte possedeva un’importante anche se tenue atmosfera, idea che gli venne confermata dal fatto che quando il pianeta occultava una stella non si aveva alcuna riduzione di luminosità improvvisa.
Per
oggi ci fermiamo qua, vi diamo appuntamento al prossimo articolo, dove
continueremo a indagare l’evoluzione del telescopio e le grandi scoperte che
sono avvenute grazie a questi strumenti, all’apparenza così semplici ma in realtà
tanto complessi quanto i soggetti che ci permettono di osservare.
Con
tutti questi francobolli e queste buste non possiamo far altro che RACCOMANDARVI
di leggere il prossimo articolo! XD
Silvia
Gingillo e Fabio Marzioli
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