Ognuno ha le sue passioni.
Noi
tutti siamo accumunati da quella per l’astronomia, io però ho anche un altro
modo per fuggire dalla quotidianità: mi piace leggere. Leggo di tutto: romanzi,
fantasy, storici, gialli… non ho preferenze, se non per le trame che mi
intrigano di più.
Ho
iniziato a leggere dalle elementari.
In
pratica la maestra non ha fatto in tempo ad insegnarmi a riconoscere le varie
lettere e parole, che già a casa chiedevo libri, leggevo ogni insegna lungo la
strada, volevo leggere perfino le scritte sulle pubblicità in tv e mi
arrabbiavo quando scorrevano troppo veloce e non riuscivo a capire in tempo ciò
che vi era scritto.
Quando,
al Liceo, è comparso il mio interesse verso l’astronomia, ho subito cercato di
fondere queste due passioni. Il primo libro a tema astronomico che lessi era
“Dal big bang ai buchi neri” di Stephen Hawking, lo presi in prestito in
biblioteca. Lo lessi in due giorni.
Certo
forse non era il più facile per iniziare, ma anche se alcuni concetti per me
erano troppo complicati, mi appassionò così tanto che la settimana successiva
ero già in biblioteca a prenderne un altro, stesso autore, sia mai che altri
scrivano in maniera peggiore…
Durante
le serate in Osservatorio capita, talvolta, che le persone facciano domande su
qualche libro che parli dei vari argomenti trattati durante la visita.
Nonostante io legga molto, il più delle volte non riesco a suggerire
nell’immediato dei libri interessanti, allora mi sono detta cavolo, l’associazione
ha un blog, perché non sfruttarlo per dare dei consigli su libri che a me sono
piaciuti?
E
allora eccomi qui, a dare un caloroso benvenuto a tutti voi, nella nuova
rubrica del blog GUIDA GALATTICA PER ASTROLETTORI.
Oggi
vorrei presentarvi un libro che ho letto recentemente.
Speranza
di comprendere ciò che ci circonda, speranza di portare a termine delle
missioni cui è stata dedicata parte di una vita, speranza di trovare qualcosa
là fuori, e questa speranza è riassunta in una frase di Darwin “Ma se provassimo a immaginare…”.
Tutto
il libro si basa su questo, sull’immaginazione degli esseri umani, iniziata
secoli fa con l’osservazione di un puntino rosso errante nel cielo tra le
stelle fisse e culminata con l’invio di sonde verso il pianeta. Perché Marte,
pianeta arido e inospitale, ha sempre acceso l’immaginazione degli uomini?
Perché cercare la vita proprio li e non altrove?
Il
libro cerca di spiegarci proprio questo. Partendo dalle sonde Mariner,
l’autrice ci parla delle prime scoperte fatte al telescopio: le calotte polari,
le nuvole, i cicli stagionali, per poi passare alle prime illusioni della
presenza di canali, parlandoci di Schiaparelli, Flammarion, Pickering e dell’eco
che le loro parole ebbero sul mondo scientifico e su quello pubblico.
D’altronde
l’autrice, Sarah Stewart Johnson, ce
ne parla in prima persona. Ricercatrice di planetologia all’Università di
Georgetown, ha conseguito un Dottorato al MIT di Boston e ha preso parte
direttamente alle missioni Spirit, Opportunity e Curiosity.
La
Johnson ci parla di “superare l’idea che
siamo soli nell’universo” in un modo mai visto prima, con un sistema di
scrittura più da trattato scientifico. Quasi metà del libro è composto dalle
note al testo, ma non spaventatevi, le note sono talvolta più interessanti del libro
stesso! Ricche di aneddoti e particolari anche privati vi faranno sorridere e
stupire e ne vorrete sempre di più.
In
pratica si tratta di un romanzo, ma farcito con una galassia di dettagli
scientifici!
“Marte è stato il nostro
specchio, un riflesso rivelatore di ciò che albergava nel profondo dei nostri
cuori, vi abbiamo visto un’utopia, un territorio inesplorato, un santuario, un
oracolo.”
Unica
pecca, il libro presenta solo il punto di vista americano. È un’esplorazione di
Marte a metà, dove vengono rappresentati solo i successi americani con tanto di
particolari delle biografie dei personaggi a stelle e strisce, mentre gli altri
sono liquidati talvolta senza neanche citazione dei nomi. Sicuramente l’autrice
voleva parlare solo di esperienze dirette senza addentrarsi in notizie sentite
o lette chissà dove, in ogni caso si sente un po’ la mancanza delle
controparti.
C’è
da dire che a questa autrice passiamo tutto, orgoglio e magnificenza americane
comprese, perché riesce a catturarti e trasportarti dritto nei tuoi sogni, dai
quali, finita la lettura, ti sveglierai un po’ stordito e con tanta, molta più
di prima, voglia di saperne di più.
Silvia
Gingillo
Bello l'articolo e bella l'idea di questa rubrica, sarà sicuramente utile e interessante!
RispondiEliminaGrazie! Tieniti pronto perché prima o poi ti tocca XD
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