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GUIDA GALATTICA PER ASTROLETTORI - Marte. L'ultima frontiera.

Ognuno ha le sue passioni.

Noi tutti siamo accumunati da quella per l’astronomia, io però ho anche un altro modo per fuggire dalla quotidianità: mi piace leggere. Leggo di tutto: romanzi, fantasy, storici, gialli… non ho preferenze, se non per le trame che mi intrigano di più.

Ho iniziato a leggere dalle elementari.

In pratica la maestra non ha fatto in tempo ad insegnarmi a riconoscere le varie lettere e parole, che già a casa chiedevo libri, leggevo ogni insegna lungo la strada, volevo leggere perfino le scritte sulle pubblicità in tv e mi arrabbiavo quando scorrevano troppo veloce e non riuscivo a capire in tempo ciò che vi era scritto.

Quando, al Liceo, è comparso il mio interesse verso l’astronomia, ho subito cercato di fondere queste due passioni. Il primo libro a tema astronomico che lessi era “Dal big bang ai buchi neri” di Stephen Hawking, lo presi in prestito in biblioteca. Lo lessi in due giorni.

Certo forse non era il più facile per iniziare, ma anche se alcuni concetti per me erano troppo complicati, mi appassionò così tanto che la settimana successiva ero già in biblioteca a prenderne un altro, stesso autore, sia mai che altri scrivano in maniera peggiore…

Durante le serate in Osservatorio capita, talvolta, che le persone facciano domande su qualche libro che parli dei vari argomenti trattati durante la visita. Nonostante io legga molto, il più delle volte non riesco a suggerire nell’immediato dei libri interessanti, allora mi sono detta cavolo, l’associazione ha un blog, perché non sfruttarlo per dare dei consigli su libri che a me sono piaciuti?

E allora eccomi qui, a dare un caloroso benvenuto a tutti voi, nella nuova rubrica del blog GUIDA GALATTICA PER ASTROLETTORI.

Oggi vorrei presentarvi un libro che ho letto recentemente.

Cercavo qualcosa che parlasse di Marte, delle ultime missioni fatte su questo pianeta, delle ultime scoperte… Dovevo fare una conferenza per un corso di astronomia… (chissà quale?? XD) e io non ero molto ferrata in argomento. Cercavo un libro che mi desse informazioni, ma oltre a questo ne ho trovato uno che è riuscito ad appassionarmi come un romanzo; sto parlando di Marte. L’ultima frontiera. La vita su un altro pianeta.

Il libro, edito dalla Sperling&Kupfer nel 2021, inizia con la speranza.

Speranza di comprendere ciò che ci circonda, speranza di portare a termine delle missioni cui è stata dedicata parte di una vita, speranza di trovare qualcosa là fuori, e questa speranza è riassunta in una frase di Darwin “Ma se provassimo a immaginare…”.

Tutto il libro si basa su questo, sull’immaginazione degli esseri umani, iniziata secoli fa con l’osservazione di un puntino rosso errante nel cielo tra le stelle fisse e culminata con l’invio di sonde verso il pianeta. Perché Marte, pianeta arido e inospitale, ha sempre acceso l’immaginazione degli uomini? Perché cercare la vita proprio li e non altrove?

Il libro cerca di spiegarci proprio questo. Partendo dalle sonde Mariner, l’autrice ci parla delle prime scoperte fatte al telescopio: le calotte polari, le nuvole, i cicli stagionali, per poi passare alle prime illusioni della presenza di canali, parlandoci di Schiaparelli, Flammarion, Pickering e dell’eco che le loro parole ebbero sul mondo scientifico e su quello pubblico.

Ma il racconto non si limita ad analizzare il passato, ci accompagna durante tutte le più importanti missioni; dalle Viking a Spirit e Opportunity, dalla Phoenix all’attualità con Perseverance e al piccolo Ingenuity.

D’altronde l’autrice, Sarah Stewart Johnson, ce ne parla in prima persona. Ricercatrice di planetologia all’Università di Georgetown, ha conseguito un Dottorato al MIT di Boston e ha preso parte direttamente alle missioni Spirit, Opportunity e Curiosity.

Questo libro è la sua versione della storia. La narrazione è strettamente personale, è la sua visione delle missioni, con le sue paure e le sue soddisfazioni. Il lettore si trova a gioire dei successi come se fosse presente nella sala controllo delle varie missioni. È sicuramente un punto di vista diverso dal solito. La sua profonda preparazione scientifica e la ovvia conoscenza delle missioni, fanno si che la lettura sia ricca di dettagli, talvolta molto curiosi, che attirano l’attenzione del lettore, ma riesce a rimanere sempre leggera, quasi si trattasse di un romanzo.

La Johnson ci parla di “superare l’idea che siamo soli nell’universo” in un modo mai visto prima, con un sistema di scrittura più da trattato scientifico. Quasi metà del libro è composto dalle note al testo, ma non spaventatevi, le note sono talvolta più interessanti del libro stesso! Ricche di aneddoti e particolari anche privati vi faranno sorridere e stupire e ne vorrete sempre di più.

In pratica si tratta di un romanzo, ma farcito con una galassia di dettagli scientifici!

La crescita e la storia privata dell’autrice si intrecciano perfettamente con il progresso scientifico delle varie missioni, creando un unicum da cui non vorrete più staccarvi, e allora Marte vi sembrerà più vicino che mai, quasi a portata di mano. La vostra immaginazione allora correrà così veloce da abbracciare le speranze degli scienziati di ieri, di oggi e di domani.

“Marte è stato il nostro specchio, un riflesso rivelatore di ciò che albergava nel profondo dei nostri cuori, vi abbiamo visto un’utopia, un territorio inesplorato, un santuario, un oracolo.”

Unica pecca, il libro presenta solo il punto di vista americano. È un’esplorazione di Marte a metà, dove vengono rappresentati solo i successi americani con tanto di particolari delle biografie dei personaggi a stelle e strisce, mentre gli altri sono liquidati talvolta senza neanche citazione dei nomi. Sicuramente l’autrice voleva parlare solo di esperienze dirette senza addentrarsi in notizie sentite o lette chissà dove, in ogni caso si sente un po’ la mancanza delle controparti.

C’è da dire che a questa autrice passiamo tutto, orgoglio e magnificenza americane comprese, perché riesce a catturarti e trasportarti dritto nei tuoi sogni, dai quali, finita la lettura, ti sveglierai un po’ stordito e con tanta, molta più di prima, voglia di saperne di più.

Silvia Gingillo

Commenti

  1. Bello l'articolo e bella l'idea di questa rubrica, sarà sicuramente utile e interessante!

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