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SEZIONE ASTROFILATELIA - Raccontare lo spazio con il francobollo

Benvenuti a tutti gli astrolettori-filatelici,

oggi continuiamo a raccontarvi, attraverso buste e francobolli, alcuni degli avvenimenti più interessanti del mondo astronomico e astronautico. In particolare, nel precedente articolo e in questo, vogliamo presentarvi le principali tappe che hanno visto l’Italia protagonista per quanto riguarda la conquista dello spazio. Immergetevi con noi nel racconto di questi traguardi storici che hanno visto la nostra nazione in prima linea fino ad arrivare ai giorni nostri dove, guardate un po’, l’Italia continua a essere una dei protagonisti della scena mondiale.

L’ITALIA E LO SPAZIO seconda parte

Nello scorso articolo abbiamo visto come l’Italia ha mosso i primi passi nel mondo in fermento dell’astronautica, fino ad arrivare a mandare i propri astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale a partire da Franco Malerba.

Il 22 febbraio 1996 è la volta di Maurizio Cheli. Nel 1982 si laurea in Scienze Aeronautiche all’Università Federico II di Napoli, nel 1992 entra nell’ESA e viene mandato a Houston per l’addestramento. Diventa astronauta un anno dopo e nel 1994 si laurea anche in Ingegneria Aerospaziale. Nel 1996 volerà, appunto, a bordo del Columbia nella missione STS 75, missione che continua gli esperimenti sul satellite “a filo” TSS-1R. Come avevamo già visto nello scorso articolo, “a filo” significa che il satellite rimane collegato al satellite madre tramite un cavo di rame e kevlar (una fibra sintetica con grande resistenza a trazione).

Questa missione doveva essere il continuo di quella di Franco Malerba, ma purtroppo una scarica elettrica ha distrutto il cavo a 19,7 km di distensione ad appena 1 km dalla distensione massima. Questa è la busta commemorativa annullata il giorno della partenza della missione a Houston, dove ha sede il Centro Controllo Missione.

Anche Umberto Guidoni, altro orgoglio italiano, sale in orbita insieme al collega Cheli per lavorare sul satellite TSS-1R. Laureato in Fisica con specializzazione in Astrofisica a La Sapienza di Roma nel 1978 e con una borsa di studio al Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare a Frascati aveva contribuito allo studio e alla progettazione del Satellite Tethered, motivo per cui viene scelto come Payload Specialist per la missione di studio del satellite a filo. Il suo lavoro nello spazio è incentrato sul controllo degli esperimenti elettrodinamici del Satellite Tethered che dimostrano, per la prima volta, la possibilità di generare potenza elettrica dallo spazio.

Come abbiamo visto, il Columbia viene lanciato il 22 febbraio 1996 ed è atterrato al Kennedy Space Center il 9 marzo 1996, completando 252 orbite, percorrendo 10 milioni di chilometri in 377 ore e 40 minuti. Nel 1998 diventa astronauta ESA e viene scelto per partecipare all’assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale. Guidoni torna quindi per la seconda volta nello spazio a bordo dell’ Endeavour nella missione STS -100, diventando il primo astronauta europeo a visitare la ISS. Qui potete vedere la busta commemorativa ufficiale della missione, con annullo del KSC nel giorno del lancio 19 Aprile 2001.

Il 23 ottobre 2007 parte lo Shuttle Discovery per la missione STS-120 che porta per la prima volta nello spazio l’astronauta italiano Paolo Nespoli. Particolare la sua biografia, in quanto Nespoli non era laureato in una materia scientifica. Nel 1977 diventa sottufficiale istruttore per paracadutismo alla scuola militare di paracadutismo di Pisa, nel 1980 diventa incursore paracadutista nelle Forze speciali italiane con il grado di maggiore ufficiale di riserva dell’esercito italiano. Carriera militare quindi la sua, ma con un sogno nel cassetto: diventare un astronauta. Durante una missione in Libano conosce la scrittrice Oriana Fallaci, che gli consiglia di inseguire il suo sogno nonostante Paolo avesse già 27 anni, nessuna laurea e zero conoscenza della lingua inglese.
Ma Nespoli non si lascia scoraggiare così facilmente, nel 1988 ottiene un Bachelor of Science in Ingegneria Aerospaziale a New York e nel 1989 un Master of Science in Aeronautica e Astronautica sempre a New York, inoltre nel 1990 si laurea in Ingegneria Meccanica a Firenze. Insomma, in pochi anni riesce a ottenere un’ottima formazione per diventare astronauta. Infatti, nel 1991 entra nell’ESA e nel 2007 come abbiamo visto, farà la sua prima missione, la STS-120. Questa è la seconda missione Shuttle comandata da una donna: Pamela Melroy. Si tratta della Missione ESA Esperia in cui vengono installati il Modulo Europeo Harmony e altri tre moduli europei alla ISS. Qui la busta commemorativa con annullo del Kennedy Space Center.

Nespoli non si fermerà qui, nel 2010 sarà Ingegnere di volo nella missione Sojouz TMA-20, nel 2017 sarà protagonista della missione VITA (Vitalità Innovazione Tecnologia Abilità) sulla Sojouz MS-05 dove effettuerà esperimenti di biologia e fisiologia umana in ambiente spaziale ecc… Con i suoi 313 giorni 2 ore 36 minuti totali di volo è uno degli astronauti più conosciuti e più apprezzati, e oggi, vogliamo fargli un applauso speciale e i nostri più cari auguri per la missione che sta affrontando proprio in questo periodo, la più importante di tutte, quella con la malattia che lo ha colpito.

Silvia: “Ho avuto la fortuna di incontrarlo personalmente due volte, durante una sua conferenza a Pisa nel 2011 e una seconda volta durante una manifestazione svoltasi nel 2013 a Lajatico, il mio paese. In entrambe le occasioni ho avuto modo di apprezzare personalmente la persona incredibile che è: nonostante tutto quello che ha raggiunto nella sua vita, rimane comunque uno di noi, con tanta voglia di fare, di scherzare, di trasmettere, senza mai essere presuntuoso o vanitoso. Vi metto qua la foto di un autografo che ha gentilmente fatto alla nostra associazione.”

Ma, ritornando a noi, proseguiamo il nostro excursus sui vari protagonisti italiani che hanno fatto la storia dell’astronautica. Roberto Vittori nasce, come Nespoli, militare, infatti frequenta dal 1985 al 1989 l’Accademia Aeronautica Italiana e poi diventa Pilota militare nel 1986 negli Stati Uniti. Nel 1995 diventa Pilota collaudatore sperimentatore presso la United States Navy Test Pilot School di Patuxent River nel Maryland, per entrare poi a far parte dell’ASI e quindi dell’ESA. Viene inviato a Houston per l’addestramento, ma non sarà l’unico addestramento di Vittori, infatti nel 2001 inizierà il suo addestramento al Centro Sperimentale Statale di Ricerca Scientifica per l’Addestramento Cosmonauti “Yuri Gagarin” di Città delle Stelle.

Vittori quindi diventa sia astronauta sia cosmonauta. Volerà con la Missione Marco Polo sulla ISS nel 2002 e poi successivamente vi ritornerà nel 2005 con la Missione Eneide dove farà esperimenti sulla germinazione di piante e quindi sulla possibilità di cibo spaziale. Nel 2011 farà parte della missione STS-134 come Mission Specialist dove istallerà l’AMS, un rivelatore di particelle cosmiche creato per indagare sulla materia e sull’energia oscura.

Molto interessante lo stemma della missione, a forma di atomo, per rappresentare gli esperimenti di fisica a cui gli astronauti si sono dedicati.

Un altro gioiello tutto italiano è il nostro astronauta Luca Parmitano, Entra a far parte dell’Accademia militare nel 1995 a Pozzuoli, si laurea in Scienze Politiche all’Università Federico II di Napoli nel 1999 e nel 2001 completa l’addestramento all’U.S. Air Force in Texas. Dal 2001 al 2007 viene assegnato agli AMX (aereo di attacco al suolo prodotto in Italia e in Brasile) 13° gruppo, 32° stormo, durante questo periodo gli verrà assegnata la Medaglia d’argento al valore aeronautico in quanto riuscirà a cavarsela e ad atterrare alla base dopo un brutto incidente avvenuto in volo per l’impatto con una cicogna. Nel 2007 diventa Pilota collaudatore sperimentatore al Reparto Sperimentale di volo a Istres in Francia.

Nel 2009 prende un Master in Ingegneria del volo sperimentale all’Istituto Superiore dell’Aeronautica e dello Spazio a Tolosa, sempre in Francia. Nello stesso anno entra a far parte dell’ESA. Volerà nel 2013 a bordo di una Sojuz per la missione TMA-09M verso la ISS, dove effettuerà due EVA (attività extra veicolari). Sarà il primo astronautica italiano a fare una passeggiata spaziale. Ma non è finita qui, nel 2019 con la Missione Beyond ritorna sulla ISS, stavolta per diventarne il comandante, dove effettuerà 4 EVA alcune delle quali per aggiornare lo strumento AMS istallato dal suo predecessore Vittori.

Ormai siamo arrivati all’attualità e l’Italia è ancora a oggi uno dei principali attori nello spazio. Chi non conosce Samantha Cristoforetti? Nel 2001 si laurea in Ingegneria Meccanica all’Università tecnica di Monaco di Baviera e nello stesso anno diventa Pilota all’Accademia di Aeronautica col grado di capitano. Nel 2004 prende anche una laurea triennale in Scienze Aeronautiche all’Università Federico II di Napoli e nel 2009 finalmente entra nell’ESA. La prima missione a cui Cristoforetti prende parte, della durata di circa 6-7 mesi, è denominata ISS Expedition 42/43 Futura. Partita il 23 novembre 2014 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz; si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio.

Il 28 Maggio 2022 partirà a bordo della navicella SpaceX- Crew 4 per tornare di nuovo sulla ISS nella Expedition 68, questa volta però, sarà lei al comando della Stazione Spaziale, un altro grande primato per il nostro paese.

Non solo personaggi italiani sono protagonisti della spazio, ma anche e soprattutto il cibo italiano.

Memorabile la serata pizza organizzata da Paolo Nespoli, che rimarrà nella storia. Infatti, mentre per le prime missioni si utilizzava cibo in tubetti monoporzione da spremersi in bocca, con la durata sempre più consistente delle missioni si è dovuto modificare anche il cibo per gli astronauti. Le quantità degli alimenti sono prestabilite a terra, un team di nutrizionisti prepara con cura le dosi giuste per ogni astronauta, inoltre il cibo deve potersi conservare per 18-24 mesi in quanto non solo non sono possibili rifornimenti quando si è in orbita, ma viene anche caricato mesi prima nella navicella che poi porterà gli astronauti in orbita.

I prodotti sono preparati senza acqua e vengono reidratati a bordo della ISS, oppure vengono messi sotto vuoto e trattati in modo particolare. Ogni astronauta può richiedere alcuni cibi di suo gradimento agli chef che lavoreranno per creare la ricetta in modo che i sapori e la consistenza ricordino più possibile il cibo mangiato a terra e che la conservazione rispetti le norme spaziali. Ultima invenzione arrivata sulla Stazione Spaziale Internazionale è dovuta a una collaborazione tra Argotec e Lavazza, da qualche tempo infatti gli astronauti possono bere a fine pasto un buonissimo ISSpresso fatto con capsule veramente particolari!

Sperando di avervi messo un po’ di curiosità e di avervi fatto un po’ di compagnia all’avvicinarsi delle festività, ne approfitto per farvi i nostri migliori auguri di un felice Natale e di un sereno anno nuovo, che sia migliore di quello passato!

Silvia Gingillo, Fabio Marzioli e tutta la AAAV

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