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Sezione SPETTROGRAFIA: ripreso lo spettro della Nova in Cassiopeia, visibile ancora per alcuni giorni!

E' stato l’astrofilo giapponese Yuji Nakamura a fotografare per la prima volta in cielo – lo scorso 18 marzo – lo strano bagliore di un astro divenuto improvvisamente molto più luminoso del solito: al momento della scoperta l'oggetto era di magnitudine apparente magnitudine 9,6 ben visibile in quattro immagini che Nakamura ha scattato con un obiettivo da 135 mm. Quattro giorni prima, nulla era visibile in quella posizione almeno fino alla magnitudine 13! Nuovamente fotografato la mattina del 20 marzo, l’oggetto mostrava una luminosità ancora maggiore con una magnitudine che era salita al valore di 8.0, pertanto già abbastanza luminoso da poter essere visto con un binocolo da 50 mm! La segnalazione relativa all’osservazione effettuata, è stata subito inviata all’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone dove gli astronomi hanno subito iniziato ad esaminare le immagini per capire cosa stesse effettivamente succedendo. Dopo aver effettuato tutti gli esami di rito sul materiale ricevuto da Yuji Nakamura, gli scienziati hanno potuto confermare che l’evento osservato è proprio quello che si classifica come una nova classica, la più comune delle esplosioni stellari: in sole 24ore questa nova è stata ufficialmente denominata V1405 Cas. Le coordinate celesti del nuovo oggetto sono le seguenti: A.R. (ascensione retta) 23h 24m 48s, DECL (declinazione) + 61 ° 11 ′ 15 ″.
Si trova a circa 6° a nord-ovest della stella Caph (β Cas – magnitudine 2) e 0.5° a sud dell’ammasso aperto M52, ovvero 0.5° a est della bellissima Bubble Nebula (NGC 7635). Seguendo il percorso indicato nella mappa che parte proprio dalla stella Caph, non è difficile arrivare ad inquadrare la Nova con un binocolo (che si userà molto meglio se viene fissato su un cavalletto!).
Oltretutto per le nostre latitudini in questo periodo Cassiopeia è circumpolare e pertanto la nova in teoria è visibile per tutta la notte, anche se più facile identificarla quando si trova più alta sull’orizzonte, quando cioè l’assorbimento atmosferico sarà minore: meglio dunque provare a vederla appena fa buio al tramonto (prima che si abbassi troppo sull’orizzonte) o poco prima dei bagliori dell’alba (quando sarà di nuovo alta in cielo). Una nova ha origine da una nana bianca. Quando questa si trova in un sistema binario stretto, può sottrarre materia alla sua compagna per mezzo della propria elevatissima gravità, specialmente quando la compagna attraversa la fase di gigante rossa. I gas catturati consistono principalmente di idrogeno ed elio, i due elementi più abbondanti dell'Universo. I gas si depositano sulla superficie della nana bianca e lì vengono compressi e riscaldati ad altissime temperature dalla gravità della stella. Col passare del tempo, sempre più materiale si accumula finché la pressione e la temperatura raggiunte sono sufficienti ad innescare una reazione di fusione nucleare, che converte rapidamente una grossa parte dell'idrogeno in elementi più pesanti.
L'enorme energia liberata da questo processo soffia letteralmente via il resto del gas dalla superficie della nana bianca, e produce un "lampo" molto luminoso ma di breve durata, destinato a spegnersi in pochi giorni. Questo lampo era ciò che gli antichi astronomi chiamavano “stelle nuove”, ed è proprio questo lampo che ha fatto aumentare in questi giorni la luminosità della nova che possiamo osservare in Cassiopeia. Solo una quantità relativamente piccola dell'idrogeno sottratto dalla nana bianca e compresso fino a raggiungere temperature dell’ordine dei 10 milioni di gradi riesce a bruciare; la maggior parte del materiale infatti esplode nello spazio in un guscio in rapida espansione: gli astronomi dell'Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone hanno rilevato che il materiale espulso si sta allontanando da V1405 Cas alla velocità 1.600 chilometri al secondo (5.7 milioni di miglia all'ora!!!) … velocità che ci consentirebbe di arrivare sulla luna in 4 minuti netti! Le novae sono distinte in classiche, nane e ricorrenti. Nelle novae classiche (categoria alla quale appartiene V 1405 Cas) il massimo della luminosità viene raggiunto in poche ore. Nel giro di qualche giorno la magnitudine comincia a calare fino a tornare alle condizioni originali in un anno. Le novae nane sono invece caratterizzate da lampi ottici che si ripetono ad intervalli di tempo che vanno da 120 giorni a qualche anno. Le novae ricorrenti rappresentano una via di mezzo tra le prime due: infatti, come dice il nome, si manifestano più volte, con la differenza rispetto a quelle nane, che l'arco di tempo tra un evento e il successivo è di qualche decina di anni. Una nova con magnitudine “a portata di astrofilo” è dunque molto divertente ed interessante da osservare, oltre a rappresentare un evento inatteso: ho provato diverse volte ad osservarla sapendo che era arrivata anche alla magnitudine 7.6 ma il meteo non è stato clemente durante i primi tentativi. Finalmente ieri sera (24 marzo, magnitudine 9.6), sempre dal balcone di casa sono riuscito non solo ad osservarla, ma anche a ricavarne lo spettro utilizzando come elemento disperdente lo Star Analyser, accessorio che si applica facilmente al telescopio e consente di ottenere ottimi risultati. L’immagine fotografica è molto gradevole in quanto mostra la nova nello stesso campo che ci consente di vedere anche l’ammasso aperto Messier 52.
Lo spettro però è decisamente entusiasmante perché immediatamente si distingue da tutti quelli delle altre stelle per la presenza di intense righe di emissione: nella posa ottenuta con un minuto di integrazione a 1600 ISO è molto ben visibile l’emissione in Hα (nella porzione rossa dello spettro) e in Hβ (nella zona verde-azzurra). Nel grafico ottenuto come elaborazione finale sono messe in evidenza le emissioni dovute sia all’idrogeno che all’elio.

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