Benvenuti a tutti gli astrolettori-filatelici,
oggi continuiamo a raccontarvi, attraverso buste e francobolli, alcuni degli avvenimenti più interessanti del mondo astronomico e astronautico. In particolare, in questo articolo e nel prossimo, vogliamo presentarvi le principali tappe che hanno visto l’Italia protagonista per quanto riguarda la conquista dello spazio. Immergetevi con noi nel racconto di questi traguardi storici che hanno visto la nostra nazione in prima linea fino ad arrivare, nel prossimo articolo, ai giorni nostri dove, guardate un po’, l’Italia continua a essere una dei protagonisti della scena mondiale.
L’ITALIA E LO SPAZIO prima parte
Iniziamo il nostro racconto nell’epoca in cui
la corsa allo spazio era in primo piano. Due super potenze mondiali si stavano
sfidando a una partita dove avrebbe vinto chi sarebbe riuscito a piazzare nella
propria rete un “pallone” bello grande: la Luna. Stiamo parlando della corsa
allo spazio di USA e URSS, della sfida per arrivare al nostro satellite
naturale, della sfida militare che si celava dietro la propaganda pubblica. In
mezzo a tutto questo, letteralmente (e geograficamente! XD) si trovava
l’Italia. La continua rincorsa di queste due grandi nazioni portava progressi
tecnologici, prima militari, poi anche civili uno dopo l’altro. Nell’aria c’era
profumo di una svolta epocale e la fantasia talvolta superava anche il
progresso tecnologico. Molti film e libri di questo periodo storico, basandosi
su solide fondamenta scientifiche, cercavano poi la loro strada nella fantasia
degli autori e dei registi, alimentando ancora di più la sete di conoscenza
delle folle. Talvolta succedeva anche il contrario, scienziati prendevano
spunto da opere di fantasia per progettare il futuro.
Nel 1974, un'altra conquista per l’Italia, Luigi Broglio, Generale ispettore del corpo del genio aeronautico, considerato il padre dell'astronautica italiana per il suo straordinario contributo, portò l'Italia a diventare il terzo paese al mondo ad avere in orbita un satellite progettato interamente nella nostra nazione: il San Marco 1.
Il lancio fu effettuato il 15 dicembre 1964 dalla base di Wallops Island negli Stati Uniti, grazie ad un razzo vettore Scout. Si trattava di un satellite di prova delle capacità di progettazione e lancio acquisite dagli ingegneri italiani, in gran parte formati dalla NASA nei primi anni Sessanta al fine di poter condurre, successivamente, lanci autonomi; pertanto fu progettato per poche ricerche scientifiche sulla densità dell'aria nella ionosfera. Ha segnato l'inizio della collaborazione spaziale tra Italia e Stati Uniti. Poco dopo questo lancio, l'Italia si dotò anche di una propria base di lancio rilevando una vecchia piattaforma da sbarco dell'esercito americano (la San Marco) e una vecchia piattaforma petrolifera dell'Eni (la Santa Rita) nei pressi di Malindi, in Kenya, dove, all’interno del Progetto San Marco, mise in orbita diversi altri satelliti.
Un altro passo fondamentale compiuto dall’Italia nell’ambito astronautico avvenne nel 1970, quando l'Istituto di Ricerche Spaziali del CNR diventò il Servizio Attività Spaziali. Nell'ambito delle attività di questo ente fu progettato, realizzato e lanciato in orbita, il 26 agosto 1977, il satellite sperimentale pre-operativo per telecomunicazioni SIRIO.
Il SIRIO (acronimo di Satellite Italiano di Ricerca Industriale e Operativa) era un satellite artificiale geostazionario sperimentale di telecomunicazioni, il primo ad essere progettato e costruito in Italia. Il satellite si proponeva di sperimentare gli effetti delle condizioni meteorologiche sulla propagazione delle onde radio ad altissima frequenza per il collegamento satellite-Terra e Terra-satellite e di effettuare anche esperimenti di comunicazioni telefoniche e televisive. Progettato per una vita operativa di due anni, SIRIO-1 fu in realtà utilizzato per circa otto anni, fino al 1985, con sperimentazioni condotte non solo da ricercatori italiani, ma anche di Istituti di Regno Unito, Francia, Germania, Finlandia, Paesi Bassi, Stati Uniti e Cina.Nel frattempo, nel 1975, nasceva l'Agenzia
spaziale europea, con l’Italia ancora una volta protagonista. L'acronimo ESA,
dalla denominazione inglese European Space Agency, è un'agenzia internazionale
incaricata di coordinare i progetti spaziali di 22 Paesi europei. Sicuramente ne
avrete sentito parlare XD… Ma come è nata, ve lo siete mai chiesti?
Nella missione
STS 46 furono effettuate molte scoperte sulla dinamica dei sistemi
tethered, anche se il cavo che teneva il satellite vincolato allo Shuttle si
srotolò solo per 260 metri dei 20,7 km previsti, a causa di un problema tecnico
causato da un bullone troppo sporgente. Tuttavia questa lunghezza fu
sufficiente per studiare come rilasciare, controllare e recuperare il
satellite. Abbiamo qui la busta commemorativa preparata dal Club Filatelico di
Alenia Spazio con annullo a targhetta del KSC nel giorno del lancio. Questo
tipo di annullo, non molto conosciuto forse, fu parte integrante del periodo
postale che va dal 1901 al 1945, dove a causa dell’aumento del traffico postale
nazionale si rese necessario l’utilizzo di nuove macchine ”bollatrici
meccaniche” per timbrare la corrispondenza nei grossi uffici postali. In questa
missione partecipò per la prima volta un astronauta italiano Franco Malerba.
Il satellite Beppo-SAX è riuscito ad ottenere la prima immagine X di un lampo gamma, permettendo di svelarne numerosi segreti. Ad oggi, grazie anche a questo apporto, si ritiene che queste esplosioni di raggi gamma, seconde solo al big bang per valori di energie in gioco, si verifichino ai confini dell'universo conosciuto. Il satellite sarebbe dovuto rimanere operativo per due anni ma ha in realtà continuato a lavorare fino al 2003.
I lampi gamma, anche abbreviati GRB dalla
locuzione inglese gamma ray burst (esplosione di raggi gamma), sono, in
astronomia, un fenomeno transiente rappresentato da intensi lampi di raggi
gamma la cui durata è estremamente varia: da pochi millisecondi a diverse
decine di minuti e perfino ore.
Per oggi ci fermiamo qui, incollo tutti i
francobolli che abbiamo visto oggi su una grande busta, scrivo il vostro
indirizzo sul retro e vi invito a controllare la cassetta dei messaggi whats
app per non perdervi, nel prossimo articolo, il continuo del nostro viaggio,
insieme all’Italia, nello spazio, dove parleremo degli ultimi successi e degli
astronauti italiani che hanno lasciato il segno… ops! il timbro XD.
Silvia Gingillo e Fabio Marzioli
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