Salve a tutti cacciatori di mondi alieni,
torniamo a parlare delle misteriose e curiose sfere di roccia e gas che
orbitano a miliardi di km da noi. Abbiamo capito che cosa sono, come facciamo a individuarli e abbiamo
anche visto quante tipologie ne esistono. Negli scorsi articoli, infatti,
abbiamo distinto gli esopianeti in categorie. Ci sono quelli di tipo terrestre,
come il nostro pianeta, e poi ci sono quelli gassosi: di tipo nettuniano e di
tipo gioviano. Abbiamo visto che ne esistono veramente così tanti tipi da far
invidia a ogni fantasia più sfrenata.
Ma tra i quasi 5000 esopianeti scoperti, quali sono i più strani e
particolari? Ma anche tra quelli più “normali” ce ne sono molti veramente
interessanti perché simili al nostro pianeta, ma dove bisogna cercarli? Ci sono
delle zone in cui è più probabile trovarli? Leggete questo articolo in cui ho
cercato di fare un po’ di chiarezza sulle ultime teorie e (forse XD) troverete
alcune risposte ai vostri dubbi!
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Zone abitabili - ilsussidiario.net |
Avete mai pensato, guardando dei documentari in tv o viaggiando, che
sulla Terra ci sono dei luoghi veramente particolari e così strani da sembrare
degni di un film di fantascienza? La natura ha una fantasia illimitata (o almeno limitata solo dalle
leggi fisiche che la governano!) e se all’inizio della storia del genere umano
ci stupivano gli eventi atmosferici, i moti degli oggetti sulla volta celeste,
il cambiare delle stagioni, adesso a stupirci sono eventi che avvengono molto
più lontano da noi. Abbiamo “visto” buchi neri e stelle di neutroni che si
fondono, supernove, collisioni di galassie… e ultimamente abbiamo iniziato a
scoprire anche mondi alieni caratterizzati da cose finora impensabili. Andiamo
a vedere insieme alcuni record stabiliti da questi nuovi mondi.
Ci sono alcuni esopianeti, come HD189733b che sono così vicini alla
loro stella da essere percorsi da venti che soffiano a 2km/s (sei volte la
velocità del suono!) causati da temperature altissime, si parla di 900°C in
media. Sono mondi inospitali dove ci sono piogge di vetro fuso.
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researchgate.net |
Esistono pianeti enormi, come DENIS-P J082303.1-491201b, che presenta
una massa pari a 28,5 masse gioviane, tanto da non essere ancora classificato
definitivamente, in quanto rimane il dubbio che si tratti di una nana bruna.
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Exoplanet App - Henno Rein |
Al contrario stiamo scoprendo pianeti veramente minuscoli, come KEPLER
37b, che, con un raggio di 927 km, è poco più grande della Luna, che orbita più
vicino alla sua stella di quanto faccia Mercurio col Sole.
PSR B1620-26b è il pianeta più longevo mai scoperto. Con una massa pari
a 2,5 volte Giove, orbita intorno alla sua stella da ben 12,7 miliardi di anni.
Di contro, V 830 Tauri è giovanissimo! Infatti è nato circa 2 milioni
di anni fa e sta ancora crescendo. Anche la stella intorno alla quale ruota non
ha ancora finito di contrarsi definitivamente nella sua forma finale.
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labroots.com |
Addirittura K2-22b si sta disintegrando, è 45 volte più vicino alla sua
stella rispetto a Mercurio col Sole. Pensate che un anno qui dura appena 9 ore.
Questa vicinanza fa si che il pianeta si lasci dietro una coda di detriti che
lo fa paragonare a una cometa.
Poi ci sono pianeti che orbitano lontanissimo dalle loro stelle. 2 MASS
J2126-8140 è distante 700 miliardi di km dalla sua stella, che è una nana rossa
(4500 volte la distanza Terra-Sole!). Se nel pianeta precedente gli anni
volavano qua il tempo non passa letteralmente mai (hai voglia ad aspettare le
ferie estive!XD), un anno qua dura ben 900000 (novecentomila!!) anni terrestri.
È così distante, che la stella madre vista in cielo dal pianeta si confonde con
le altre stelle vicine. Come non avere nessun Sole in cielo…
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Exoplanet App - Henno Rein |
TOI 1338b invece, per non farsi mancare niente, di “Soli” in cielo ce
ne ha due! Questi pianeti vengono chiamati circumbinari, come anche KEPLER 16
(AB)b, perché orbitano appunto intorno a due stelle. Un po’ come essere su
Tatooine!
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edu.inaf.it |
Anche se non ci sono ancora state scoperte di pianeti doppi, pianeti di
massa comparabile che ruotano uno intorno all’altro intorno a un centro di
massa comune, gli scienziati stimano che ce ne dovrebbero essere in giro per
l’universo. Un po’ come la coppia Plutone-Caronte del nostro sistema solare.
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Exolpanet App - Henno Rein |
Assai rari, soprattutto da scoprire, sono i pianeti interstellari, come
CFBD SIR 2149-0403, che come si evince dal nome, non orbitano intorno a stelle,
ma vagano nel cosmo. Ci sono modelli fisici che ci confermano che anche pianeti
di questo genere potrebbero sostenere un’atmosfera e quindi la vita. Forse sono
pianeti orfani, che sono stati espulsi dal loro sistema stellare, chi lo sa! Se
ne vedete passare uno mi raccomando chiedeteglielo e poi fateci sapere! XD
Certo che sono proprio variegati e molto diversi dal pianeta che
chiamiamo casa!
Studiare tutte queste tipologie di pianeti certamente aumenta la nostra
conoscenza dell’universo e ci fa capire meglio anche da dove noi stessi
veniamo, ma quello che più ci attrae non sono le differenze bensì le
somiglianze che alcuni esopianeti possono avere con la Terra. Molte delle
missioni attuali e quelle future si concentrano infatti sull’analisi degli
esopianeti scoperti, per verificare se sono abitabili e/o abitati. Eccola la parolina magica. Noi cerchiamo l’evidenza di forme di vita
nell’universo o quantomeno un pianeta che abbia caratteristiche tali da
consentire alla vita, per come la conosciamo noi, di esistere. Ma che cosa significa abitabile?
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Origine della vita - Focus.it |
Innanzi tutto ci sono tre gradi di abitabilità: galattica,
circumstellare e planetaria. Quando parliamo di abitabilità galattica, cerchiamo di calcolare la
probabilità di formazione dei pianeti di tipo terrestre in un ambiente adatto
alla vita. Sicuramente questa probabilità aumenta nelle galassie più grandi
rispetto a quelle più piccole come la nostra Via Lattea. La moderna teoria della zona di abitabilità galattica è stata
introdotta appena nel 1986 da Marochnik e Mukhim (Russian Space Research
Institute) e definita da Guillermo Gonzalez nel 1995. Ci sono diversi fattori da considerare.
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Morfologia galassia - Magnitudineassoluta.it |
Tra i più importanti c’è di sicuro l’evoluzione chimica della galassia.
Ferro, magnesio, titanio, carbonio, ossigeno, silicio ecc… sono necessari per
l’abitabilità di un pianeta. Importanti sono soprattutto le proporzioni dei
metalli con i non metalli. In particolare viene preso in considerazione il
rapporto tra ferro e idrogeno, detto metallicità. Nel bulbo galattico c’è molta
più presenza di metalli, al contrario nell’alone esterno questo rapporto si
riduce ad appena il 3% rispetto alla zona dove si trova il Sole. Anche se molto alta la metallicità è nociva, in quanto si vengono a
creare molti pianeti di tipo gioviano che vanno poi a disturbare
gravitazionalmente eventuali pianeti di tipo terrestre. Inoltre molto
importante è la presenza di radionuclidi sia per la tettonica delle placche,
sia per il vulcanismo sia per la presenza di un campo magnetico intorno al
pianeta.
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Nebulosa del granchio - Wikipedia |
Un altro aspetto importante da considerare è la probabilità che si
verifichino eventi catastrofici. Una supernova può sterilizzare per miliardi di
anni un’intera zona di galassia.
Molto importante è anche la morfologia delle galassie stesse. Nei
bracci a spirale c’è un’intensa formazione stellare che mette in moto corpi
minori come comete e asteroidi che possono impattare contro i nostri piccoli
possibili mondi abitabili inoltre, tante stelle, tante morti di stelle.
Decisamente non auspicabile!
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NGC 1300 - Wikipedia |
Ma quali sono quindi i confini di questa zona abitabile ad esempio
nella nostra galassia? Di preciso non lo sappiamo, sono stimati da 7 a 9 Kpc dal centro
galattico. (Lineweaver, 2004) È difficile dare una definizione esatta anche perché le galassie si
evolvono nel tempo. Dei pianeti di tipo terrestre adatti alla vita devono
formarsi, ad esempio, intorno ai 2 miliardi di anni di vita della galassia nel
bulbo galattico. Prima sarebbe impossibile a causa delle innumerevoli
supernove, dopo sarebbe impossibile per via dell’alta metallicità. In effetti si parla di equilibrio punteggiato riferito all’abitabilità,
in quanto ci sono alcuni momenti più probabili di altri. In definitiva, non c’è
una definizione precisa perché è impossibile stabilire con precisione alcuni
fattori come quelli appena spiegati.
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mare Ligia - Gaianews.it |
Quindi, ammettiamo che il pianeta che stiamo prendendo ad esempio si
trovi dentro questa zona di abitabilità galattica, questo da solo non basta a
far si che sia definibile come abitabile. Deve trovarsi anche nella zona di
abitabilità circumstellare. Questo perché deve avere la possibilità di
mantenere l’acqua in forma liquida sulla sua superficie per far si che la vita,
almeno come la conosciamo noi, riesca a esistere. Noi cerchiamo sempre luoghi
che abbiano le stesse caratteristiche del nostro pianeta, semplicemente perché
è una configurazione che siamo sicuri permetta l’esistenza della vita. È anche
vero che è un concetto limitativo infatti ci sono ipotesi che prevedono
l’esistenza di biochimiche diverse, basate magari su altri solventi come
l’ammoniaca o il metano liquido, presenti anche in alcuni famosi satelliti del
sistema solare.
Comunque, rimanendo nella ricerca classica dell’acqua allo stato
liquido, un pianeta deve quindi trovarsi a una distanza ben precisa dalla sua
stella che dipende dalla dimensione di quest’ultima e dall’energia che irradia.
La prima volta che qualcuno ha parlato di una “zona temperata del sistema
solare” o “ecosfera” o “cintura dell’acqua liquida”, come preferite, è stato
nel 1853. Secondo William Whewell, infatti, esiste una zona che noi siamo
abituati a vedere come una cintura perché segue le orbite dei pianeti ma che in
realtà è una sfera, che dipende dalle
caratteristiche già citate della stella madre e che permette ad un pianeta di
ricevere la giusta intensità luminosa. Come avviene per esempio sulla Terra.
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Diagramma H-R - Wiipedia |
Le stelle però nascono, crescono, si evolvono e infine muoiono, quindi
di conseguenza anche questa zona abitabile cambia nel tempo. Si parla infatti
di zona abitabile conservativa quando identifichiamo una zona più ristretta
intorno alla stella, che rimarrà abitabile per la maggior parte della vita
della stella stessa. Parliamo invece di sona abitabile ottimistica quando ci
riferiamo a tutte le zone potenzialmente abitabili anche se per un breve periodo.
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Orbita eccentrica - MediaInaf |
Non è finita qui. Se i pianeti hanno orbite quasi circolari, come
avviene con il nostro pianeta risulteranno sempre all’interno di questa fascia,
mentre pianeti con orbite fortemente eccentriche risulteranno abitabili solo in
determinati periodi, limitati, del loro anno, come succede ad esempio a 16
Cigni Bb. Tra le innumerevoli scoperte di esopianeti presenti all’interno della
zona abitabile della loro stella, moltissimi sono in realtà giganti gassosi,
che per ovvie ragioni non potrebbero ospitare la vita, ma potrebbero essere
abitabili le loro lune, quindi non escludiamoli a priori!
Wow… quindi, ricapitolando, il nostro pianeta si trova in una zona
della galassia favorevole alla vita e inoltre si trova alla giusta distanza
dalla sua stella in modo che possa ospitare sulla sua superficie acqua allo
stato liquido, ovviamente questo pianeta dovrebbe anche essere di tipo
roccioso, quindi se troviamo pianeti che corrispondono a queste caratteristiche
potrebbero ospitare la vita? In realtà anche il pianeta stesso deve avere dei parametri ben precisi,
si parla infatti di abitabilità planetaria che in pratica è la capacità di un
corpo celeste di sviluppare e accogliere la vita.
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Nana arancione e esopianeta - Eso |
Innanzi tutto molto importante è la classe spettrale della stella.
Stelle di classe O, B e A consumano il loro combustibile troppo velocemente,
finiscono per creare supernove frequenti e inoltre producono un intensa
radiazione ultravioletta che sterilizzerebbe l’eventuale pianeta. Le stelle di classe F, G e K permettono invece condizioni molto più
favorevoli (anche il nostro Sole è compreso in questa categoria!), hanno pochi
brillamenti, permettono la presenza di pianeti abbastanza lontani dalla stella
in modo che non abbiano un moto sincrono con la stessa, cosa che svilupperebbe
venti e temperature estreme su quasi tutto il pianeta, hanno una giusta
quantità di radiazione ultravioletta (troppa sterilizzerebbe il pianeta come
abbiamo già scritto, ma poca creerebbe troppo ozono nell’atmosfera del nostro
pianeta!) e inoltre hanno un’esistenza abbastanza lunga da permettere lo sviluppo
della vita. Tra queste stelle, che formano il 5-10% delle stelle della nostra
galassia, le candidate migliori sono le nane arancioni che possono ospitare i
cosiddetti pianeti super abitabili. Infine, le stelle di classe spettrale M e quelle del tardo K, le famose
nane rosse, sarebbero buone per la vita, se non fosse che il pianeta dovrebbe
trovarsi molto vicino alla stella e che quindi avrebbe probabilmente rotazione
sincrona e che queste stelle sono molto attive, producono molti brillamenti che
non permetterebbero alla vita eventuale, di sopravvivere. È anche vero che
vivono tantissimo, anche migliaia di miliardi di anni e che la vita avrebbe
tutto il tempo per svilupparsi. Inoltre queste stelle rappresentano il 75%
delle stelle presenti e quindi sono in netta maggioranza!
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Encelado - Wikipedia |
Anche i parametri del pianeta stesso sono molto importanti.
Innanzitutto la massa. Se il pianeta è troppo piccolo avrà una gravità bassa e
di conseguenza riuscirà a trattenere poca atmosfera, avrà inoltre anche meno
protezione per le radiazioni e per gli eventuali meteoriti, sarà meno isolato
termicamente e perderà la propria energia molto più rapidamente in quanto
avrebbe anche pochi elementi radioattivi che creano il calore necessario alla vita.
Questo non è sempre vero in quanto ci sono alcune situazioni, come per i
satelliti Europa e Titano per i quali la vicinanza con il pianeta gassoso, le
maree ecc fanno si che siano attivi geologicamente e possano trattenere un
atmosfera. Avere una massa importante inoltre fa si che sia presente un nucleo di
ferro, che unito ad una rotazione abbastanza rapida, innesca il famoso effetto
dinamo che crea il campo magnetico che ci protegge dalle radiazioni provenienti
dalla nostra stella.
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Precessione degli equinozi - Wikipedia |
Molto importanti sono anche l’orbita percorsa dal pianeta e la sua
rotazione in quanto un orbita eccentrica porterebbe a fluttuazioni importanti
di temperatura. Il ciclo notte-giorno non deve essere troppo lungo o avverrebbe
uno squilibrio della temperatura. Le stagioni dovrebbero essere moderate come
anche il cambio della direzione dell’asse di rotazione (precessione degli
equinozi!) per scongiurare cambiamenti climatici drastici. La presenza di un
satellite importante, come la nostra Luna, sarebbe auspicabile, in quanto stabilizza
l’inclinazione dell’asse, crea maree, rallenta la rotazione terrestre ecc…
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Credit Howard Perlman, USGS; globe illustration by Jack Cook, Woods Hole Oceanographic Institution (©); Adam Nieman. |
Un'altra importantissima caratteristica è quella geochimica. La vita
sulla Terra si è sviluppata basandosi su carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto.
Il carbonio ha una capacità straordinaria di creare legami chimici e quindi
anche strutture complesse. L’acqua è un ottimo solvente, in cui possono crearsi
amminoacidi e quindi proteine. Certo, come abbiamo sempre scritto, altre forme
sono possibili, ma più difficili chimicamente da crearsi. Quindi se un pianeta
possiede questi elementi è decisamente avvantaggiato!
Ma quindi, in sostanza, è facile che si formi la vita o no? Le
caratteristiche da soddisfare sono veramente tante, ma la natura continua a
stupirci ogni volta per le soluzioni che riesce a trovare a problemi che
reputeremmo insormontabili. Le teorie sono molte e contrastanti, come è anche
giusto che sia in una scienza, l’esobiologia, molto giovane, che però con la
ricerca degli esopianeti sta vivendo un periodo favorevole in quanto a scoperte
e possibilità. Io lascerei agli studiosi, a voi lettori e alla natura stessa il
beneficio del dubbio, che alla fine è quello che mette in moto la ricerca della
conoscenza, che a sua volta spinge la creatività dell’uomo e il suo conseguente
progredire come specie e come individuo.
Grazie per la vostra attenzione, io vi do l’appuntamento al prossimo
articolo dove vi parlerò del nostro inizio, di come ci siamo approcciati a
questa scienza e di come cerchiamo di dare il nostro contributo a tutta la
comunità!
Silvia Gingillo
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